L'ESPRESSIONISMO
Sempre secondo Caroli, la seconda ondata espressionista - e la più interessante per quanto riguarda il mio percorso, aggiungo io - si coagula a Monaco nel 1911, intorno al movimento del "Cavaliere azzurro", che ragguppa Kandinsky, Marc, Macke, Munter, Von Jawlensky e altri (e, sempre per quanto mi riguarda, non si può prescindere da Marc Chagall). Le intenzioni furono più spiritualistiche di quelle maturate poco prima del 1905: Kandinsky e compagni esaltarono l'"ingenuità" dell'infanzia e dei primitivi come manifestazioni di un rapporto non mediato con lo "spirito" (ecco la parola) della natura. Da queste premesse (non sempre lucidissime), discese l'interesse per la pittura dei bambini e degli alienati, per il folclore e i naif.
L'arte insomma si proclamò espressione di un contenuto interiore, postulò affinità fra la pittura e la musica (affinità che riuscì sempre a rinvenire approssimativamente), e Kandinsky si accanì sulla "musicalità dei colori necessaria perchè l'arte diventi astratta".
Se si astrattizza tutto questo (superando la famosa diga del 1910, allorchè Kandinsky, rovesciando casualmente un acquerello, scoprì di aver inventato la pittura astratta), se si accendono i colori in tonalità sanguigne, aranciate e oltremarine, ma soprattutto se si immaginano le forme incatenate in fughe di crescendi e diminuendi intonati alle ossessioni musicali del pittore, si avranno i primi quadri "non rappresentativi" della pittura contemporanea
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